È la nostra sessualità a definire il nostro status sociale?

È la nostra sessualità a definire il nostro status sociale?

Il genere e l’orientamento sessuale rappresentano le nostre differenze individuali e dirigono il nostro riconoscerci come appartenenti a uno specifico gruppo sociale. È intuibile, quindi, la loro capacità di modellare le relazioni interpersonali, sia fra membri dello stesso gruppo (intragruppo) che nel rapporto con membri di gruppi diversi (intergruppi). Ma cosa sono genere e orientamento sessuale? E come interferiscono nel processo di auto-categorizzazione, cioè quello che permette di definire il nostro sé a partire dal confronto di ciò che abbiamo o non abbiamo in comune con gli altri (Cadinu & Galdi, 2012)?

Comunemente genere e sesso vengono intercambiati, ma tra i due termini vi è una netta differenza: il sesso riguarda le differenze biologiche e anatomiche; invece, il genere riguarda le differenze socialmente stabilite in termini di comportamenti maschili o femminili (Pryzgoda & Chrisler, 2000). L’orientamento sessuale si riferisce al modo in cui gli individui intraprendono legami affettivi e definisce l’attrazione che può esprimersi in maniere diverse (Sell, 1997), ad esempio verso individui dello stesso sesso (omosessualità) o individui del sesso opposto (eterosessualità).

In uno studio tutto italiano del 2018, Fasoli e collaboratori hanno esaminato un campione composto da 154 partecipanti eterosessuali (60 uomini e 94 donne) e 142 omosessuali (58 gay e 84 lesbiche), con lo scopo di capire come lo status sociale di un individuo possa correlare con genere e orientamento sessuale e, anche, come questo vada poi a influenzare il processo di auto-categorizzazione – ovvero la rappresentazione di sé stessi come appartenenti ad un gruppo specifico (Cadinu & Galdi, 2012). L’auto-categorizzazione è stata misurata sia a livello implicito che a livello esplicito, proprio al fine di verificare se l’appartenenza al proprio gruppo – genere: donna o uomo; orientamento sessuale: omosessuale o eterosessuale – venisse manifestata sia in maniera inconsapevole che consapevole.
Per le misurazioni implicite, i partecipanti di cui veniva preso in considerazione il genere hanno compilato il test di associazione implicita (Implicit Association Test, IAT – Greenwalde, McGhee & Scheartz, 1998), che misura la forza dell’associazione inconsapevole tra parole che si riferiscono al sé e parole che rappresentano il gruppo di appartenenza. Ai partecipanti di cui veniva preso in considerazione l’orientamento sessuale, invece, è stata somministrata una versione adattata dello stesso test, utilizzando delle immagini di coppie gay, lesbiche ed eterosessuali.
Per le misurazioni esplicite, sono state usate due scale Likert, che valutavano il livello di identificazione consapevole ai due gruppi di appartenenza tramite punteggio, da 0 (per nulla) a 7 (moltissimo); e l’IIS (Inclusion of In-Group in the Self Scale – Tropp & Wright, 2001), misura grafica che, attraverso la sovrapposizione di cerchi, valuta la vicinanza consapevole tra sé e il gruppo di appartenenza.

I risultati mostrano una categorizzazione implicita di genere più forte per le donne rispetto agli uomini e una categorizzazione implicita di orientamento sessuale maggiore per gli omosessuali rispetto agli eterosessuali. Questo evidenzia come gli individui appartenenti a un gruppo considerato di basso status (minoritario) hanno una maggiore propensione a definire sé stessi in termini di appartenenza al gruppo. A sottolineare maggiormente questo aspetto vi è l’evidenza per cui le lesbiche abbiano riportato, rispetto agli altri soggetti, i punteggi più alti di auto-categorizzazione, poiché appartengono a due gruppi entrambi considerati di basso status: donne e omosessuali. Inoltre, gay e lesbiche si auto-categorizzano implicitamente più con il gruppo che rappresenta il loro orientamento sessuale (appartenenza a basso status) che con il gruppo che rappresenta il loro genere (appartenenza a status elevato).
Per quanto riguarda le misurazioni esplicite, invece, non emergono differenze significative, probabilmente perché i risultati vengono in parte influenzati dalla percezione di desiderabilità sociale per cui non ci si dichiara apertamente.

I risultati di questo studio ci mettono, dunque, di fronte al dato di fatto che appartenere ad un gruppo considerato di basso status influenza il modo in cui ci sentiamo (e veniamo) percepiti dall’altro, aumentando i livelli di stress e mantenendo le diseguaglianze sociali (Gaither, Sommers & Ambady, 2013). Un impegno da parte della società ad accorciare la distanza percepita tra i gruppi di basso e di alto status, arginando l’influenza degli stereotipi, permetterebbe forse una pari possibilità di sentirsi appartenenti a uno specifico gruppo senza paure o remore e, quindi, di non limitare le proprie relazioni ad una cerchia ristretta di persone, bensì di estenderle a una più variegata possibilità di incontro fra persone di gruppi diversi.

 


Bibliografia

Cadinau, M., & Galdi, S. (2012). Gender differences in implicit gender self-categorization lead to stronger gender self-stereotyping by women than by men. European Journal of Social Psychology, 42, 546-551.

Fasoli, F., Cadinau, M., Carnaghi, A., Galdi, S., Guizzo, F., & Tassara, L. (2018). How do you self-categorize? Gender and sexual orientation self-categorization in homosexual/heterosexual men and women. Personality and Individual Differences, 123, 135-139.

Gaither, S. E., Sommers, S. R., & Ambady, N. (2013). When the half affects the whole: Priming identity for biracial individuals in social interactions. Journal of Experimental Social Psychology, 43, 368-371.

Greenwald, A. G., McGhee, D. E., & Schwartz, J. K. L. (1998). Measuring individual differences in implicit cognition: The implicit association test. Journal of Personality ans Social Psychology, 74, 1464-1480.

Pryzgoda, J., & Chrisler, J. C. (2000). Definitions of Gender and Sex: The Subtleties of Meaning. Sex Roles, 43, 553-569.

Sell, R. L. (1997). Defining and Measuring Sexual Orientation: A Review. Archives of Sexual Behavior 26, 643-658.

Tropp, L. R, & Wright, S. C. (2001). Ingroup Identification as the Inclusion of Ingroup in the Self. Personality and Social Psychology Bullettin, 27, 585-600.

sabrina cassarino sabrina cassarino

È una studentessa di psicologia di 23 anni, laureata in Scienze e Tecniche Psicologiche. La psicologia è il suo primo amore, il secondo è il mare della sua amata Sicilia. Sogna un mondo in cui la diversità diventi la normalità.

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Nell’attesa che l’inedia se lo porti via, ogni tanto, disegna.

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