Quando amiamo il/la nostro/nostra partner è spesso comune e istintivo provare gelosia.
Si tratta, infatti, di un’emozione derivante dal sentirsi messi da parte o abbandonati dal proprio partner a causa di una terza parte, e rappresenta un elemento importante per l’evolversi della vita di coppia (Leary, 2015).
Ma se questa può essere considerata un qualcosa di naturale all’interno dei rapporti umani, purtroppo, spesso può sfuggire al controllo, diventare eccessiva e dare vita a fenomeni quali controllo, possessione e stalking: in questo caso non si parla più di gelosia sana ma di gelosia disfunzionale o malata.
Ma cosa accade nel nostro cervello nel momento in cui proviamo gelosia, magari vedendo la persona che amiamo in compagnia di un possibile rivale? Da dove nasce, cioè, fisiologicamente parlando, la gelosia? Per rispondere a queste domande, interessanti quanto importanti, è stato effettuato uno studio su dei primati: le scimmie Callicebus (anche conosciute come scimmie Titi) da parte di Mendoza e collaboratori (2017)
La scelta di studiare il fenomeno della gelosia su questi animali, nasce dal fatto che la scimmia Titi è un animale monogamo ed instaura, quindi, nel corso della vita, relazioni eterosessuali durature, anche per diversi anni.. Le scimmie partecipanti allo studio erano sia di sesso maschile che femminile , avevano un legame di coppia e alcuni anche una famiglia. L'obiettivo era quello di osservare i cambiamenti neurali, l'attivazione di determinate aree cerebrali e l'eventuale aumento di produzione di ormoni specifici quali cortisolo e testosterone, che avvenivano nelle scimmie quando vedevano la propria compagna o il proprio compagno posizionato accanto a un possibile rivale.
Cosa hanno potuto osservare gli autori? Innanzitutto, è stata rilevata una maggiore attivazione della corteccia cingolata e del setto anteriore nel cervello. Aree che sembrano rispettivamente coinvolte nella territorialità e nell’aggressione indotta dall’accoppiamento , ed inoltre è stato osservato un aumento della produzione di cortisolo (ormone strettamente collegato ai livelli di stress) e di testosterone (ormone sessuale);
Si deduce che questi cambiamenti fisiologici potrebbero essere alla base del sentimento della gelosia all'interno di una relazione. Sentimento che potrebbe servire nelle specie monogame a preservare e proteggere a lungo termine il legame di coppia.
La gelosia, infatti, non è sempre qualcosa di prettamente negativo, ed è spesso legato, nella sua modalità funzionale, al timore di perdere la persona che si ama. Ovviamente, come detto in precedenza bisogna però far attenzione a non uscire fuori dai limiti nel rispetto della libertà di persona.
L’informazione e la divulgazione sono a tal proposito fondamentali, ed insieme all’educazione alla gestione di tale emozione, questo tipo di studi potrebbero rappresentare un punto di partenza per capire cosa accade fisiologicamente in una persona gelosa e magari cercare di prevenire la gelosia disfunzionale e distruttiva.
Bibliografia
Mendoza, S. P., Williams, D. R., Mason, W. A., Cherry, S. R., Rowland, D. J., Schaefer, T. & Bales, K. L. (2017). Imaging, behavior and endocrine analysis of “jealousy” in a monogamous primate. Frontiers in ecology and evolution, 5, 119.
Leary, M. R. (2015). Emotional responses to interpersonal rejection. Dialogues in clinical neuroscience, 17(4), 435.