Neuroestetica e sistema sensomotorio

Neuroestetica e sistema sensomotorio

L'esperienza estetica è un argomento molto intrigante e controverso. Tanto attraente da aver attirato l'interesse dei neuroscienziati, i quali hanno inaugurato un campo di ricerca denominato Neuroestetica (Zeki, 1999), incentrato sulla comprensione delle basi neurali coinvolte nell’interazione uomo-arte. I risultati finora ottenuti sono molto eterogenei, infatti non esiste un modello interpretativo condiviso tra i ricercatori. Tuttavia, una visione d'insieme suggerisce che l'esperienza estetica è caratterizzata dall'attivazione di aree sensomotorie, emotive e aree legate alla ricompensa (Di Dio & Gallese, 2009). In particolare si sta arrivando ad un approccio multisensoriale che spodesta la centralità del sistema visivo nell’interpretazione della relazione uomo-arte (Freedberg & Gallese, 2007).

Un semplice segno, come una lettera, attiva la corteccia premotoria ventrale sinistra (left PMv) nell'osservatore destrorso, area attiva anche nella scrittura della medesima lettera (Longcamp, Anton, Roth, & Velay, 2003). Stessa area attiva nell'emisfero destro (right PMv) quando si studiano i mancini (Longcamp Anton, Roth, & Velay, 2005). Ciò suggerisce che il cervello ricostruisca le azioni semplicemente osservando il risultato grafico finale dell'azione. Questo processo di ricostruzione durante l'osservazione è un meccanismo definito simulazione incarnata e si basa sull'attivazione delle stesse aree motorie necessarie per produrre l’azione (Freedberg & Gallese, 2007).

Una ricerca recente ha evidenziato, infatti, la multisensorialità della visione (Umiltà, Berchio, Sestito, Freedberg, & Gallese, 2012). Ai soggetti sono state mostrate tre tele astratte di Lucio Fontana, famoso artista contemporaneo italo-argentino. Le opere usate come stimoli, parte della serie di dipinti “Concetto spaziale. Attese”, sono essenziali, caratterizzate unicamente da tagli netti eseguiti su di esse dall’autore.  Oltre alle tele sono state sottoposte alla critica dei partecipanti tre versioni digitalizzate di esse, composte da linee nere su sfondo bianco, molto simili alle opere originali. Le risposte neurali dei partecipanti sono state registrate tramite elettroencefalogramma (EEG), strumento che misura la quantità di attività elettrica cerebrale. Lo scopo del presente studio era di indagare se la percezione visiva di opere d’arte astratte statiche potesse essere associata ad una specifica attivazione motoria cerebrale. Ai soggetti era inoltre chiesto di valutare bellezza e dinamicità percepita dagli stimoli.
I risultati hanno mostrato che nonostante la somiglianza tra le tele originali e le versioni digitalizzate, solo le prime evocano un’attivazione motoria nel cervello di chi guarda. Gli stimoli originali, inoltre, sono stati valutati come più belli e dinamici delle loro versioni digitalizzate.

Sappiamo che l’attivazione di aree motorie è presente durante l’osservazione di immagini statiche che rappresentano azioni (Johnson-Frey et al., 2003; Proverbio, Riva, & Zani, 2009). Ma perché l’osservazione di tagli sulla tela dovrebbe attivare le aree motorie?
L’interpretazione degli autori è che l’osservazione dei tagli sulle tele sollecita la rappresentazione motoria dello stesso gesto nel cervello di chi guarda, creando involontariamente una ricostruzione inconsapevole del gesto. Al contrario, gli stimoli digitalizzati, a causa della loro mancanza di dinamicità implicita, non vengono percepiti come gesto umano naturale.

Si potrebbero analizzare questi risultati come effetto di una simulazione incarnata, intesa come meccanismo funzionale caratterizzato dall’utilizzo di rappresentazioni motorie quando si osservano azioni altrui o, come in questo caso, i risultati visivi di tali azioni. Sembra dunque che la componente motoria sia imprescindibile nell’esperienza estetica di opere d’arte, in questo caso astratte.

 


Bibliografia

Freedberg, D., & Gallese, V. (2007). Motion, emotion and empathy in esthetic experience. Trends in cognitive sciences, 11(5), 197-203.

Gallese, V., & Di Dio, C. (2009). Neuroaesthetics. A review. Current Opinion in Neurobiology, 19, 682-687.

Johnson-Frey, S. H., Maloof, F. R., Newman-Norlund, R., Farrer, C., Inati, S., & Grafton, S. T. (2003). Actions or hand-object interactions? Human inferior frontal cortex and action observation. Neuron, 39(6), 1053-1058.

Longcamp, M., Anton, J. L., Roth, M., & Velay, J. L. (2003). Visual presentation of single letters activates a premotor area involved in writing. Neuroimage, 19(4), 1492-1500.

Longcamp, M., Anton, J. L., Roth, M., & Velay, J. L. (2005). Premotor activations in response to visually presented single letters depend on the hand used to write: A study on left-handers. Neuropsychologia, 43(12), 1801-1809.

Proverbio, A. M., Riva, F., & Zani, A. (2009). Observation of static pictures of dynamic actions enhances the activity of movement-related brain areas. PLoS One, 4(5), e5389.

Umiltà, M. A., Berchio, C., Sestito, M., Freedberg, D., & Gallese, V. (2012). Abstract art and cortical motor activation: An EEG study. Frontiers in human neuroscience, 6, 311.

Zeki, S. (1999). Art and the brain. Journal of Consciousness Studies, 6(6-7), 76-96.

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