Quando il mondo dello sport incontra la disabilità

Quando il mondo dello sport incontra la disabilità

Secondo il DSM 5 (2013) la disabilità intellettiva (DI) è un disturbo con esordio nel periodo dello sviluppo che comprende deficit del funzionamento sia intellettivo che adattivo negli ambiti concettuali, sociali e pratici. Il deficit del funzionamento adattivo porta ad un mancato raggiungimento degli standard di sviluppo e socioculturali di autonomia e responsabilità sociale. 
Ciò significa che senza un supporto costante, i deficit adattivi possono limitare il funzionamento in una o più attività della vita quotidiana, come la comunicazione, la partecipazione sociale e la vita autonoma, in molteplici ambienti, quali la casa, la scuola, il lavoro e la comunità. Esistono, però, dei programmi che sono volti a favorire l’acquisizione di risorse e strategie che promuovono lo sviluppo, l'educazione, gli interessi e il benessere personale della persona, migliorando, quindi, in generale il funzionamento individuale (Luckasson et al., 2002). 

Tra questi spicca sicuramente il Programma Special Olympics (SO). SO è un programma internazionale di allenamento e competizione sportiva aperto a persone con DI, di età pari o superiore a otto anni, indipendentemente dalle loro capacità. La missione di SO è di fornire loro, durante tutto l’anno, allenamento sportivo e la possibilità di competere in una varietà di sport di tipo olimpico (Winnick, 2000). A partire dal 1989 all’interno dei programmi SO è stato inserito un ulteriore programma denominato Unified Sports (UNS), che prevede la partecipazione combinata di un numero approssimativamente uguale di atleti SO e atleti senza disabilità intellettiva (definiti partner) in squadre sportive, che si incontrano regolarmente per l'allenamento e le competizioni sportive. 
Lo scopo è quello di fornire ai bambini con e senza DI continue opportunità di sviluppare la forma fisica, partecipare alla condivisione di esperienze, migliorare abilità e creare amicizia (Siperstein & Hardman, 2001). 

A tal proposito, Özer e collaboratori (2012) hanno condotto uno studio volto ad esaminare gli effetti di uno di questi programmi, in particolare quello dedicato all’insegnamento calcistico, sulle competenze sociali dei ragazzi partecipanti con e senza DI, confrontandoli con chi non partecipava. 
I partecipanti erano 76 giovani maschi con e senza DI. In particolare, 53 ragazzi con DI sono stati assegnati in modo casuale al gruppo di atleti SO e a un gruppo di controllo (CG) che non prevedeva la partecipazione a questo tipo di allenamenti e 23 ragazzi senza DI hanno formato in maniera causale il gruppo partner e il CG. 

Il programma di formazione è durato otto settimane, comprendendo tre sessioni a settimana, 90 minuti ciascuna, come programma di doposcuola. Il contenuto delle sessioni seguiva l'approccio didattico generale sulle abilità calcistiche e comprendeva l'allenamento fisico e tecnico, l’approfondimento delle regole del calcio, l’educazione alla sportività e alcune tattiche di squadra. Alla fine del programma si è tenuto un torneo di calcio con i genitori presenti come spettatori. A tutti i partecipanti sono state assegnate medaglie per il primo, secondo, terzo e quarto posto. I risultati hanno mostrato che il programma UNS è stato, effettivamente, efficace nel ridurre i comportamenti problema dei giovani con DI e nell'aumentare la loro competenza sociale. Inoltre, il programma è risultato efficace anche nel migliorare l'atteggiamento prosociale dei giovani senza disabilità nei confronti dei partecipanti con disabilità. 

Questo programma potrebbe rappresentare un grande passo in avanti verso l’inclusione di persone con disabilità. Lo sport si è, infatti, mostrato un valido alleato per migliorare alcune competenze che risultano deficitarie in coloro che hanno una disabilità intellettiva. Certamente c’è ancora molto su cui lavorare, ma, attraverso la realizzazione di questi programmi, siamo sulla strada giusta.

 


BIBLIOGRAFIA

American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (5th ed).

Luckasson, R., Borthwick-Duffy, S., Buntinx, W. H. E., Coulter, D. L., Craig, E. M. (P.), Reeve, A., Schalock, R. L., Snell, M. E., Spitalnik, D. M., Spreat, S., Tassé, M. J., & The AAMR AD HOC Committee on Terminology and Classification. (2002). Mental retardation: Definition, classification, and systems of supports (10th ed.). American Association on Mental Retardation.

Özer, D., Baran, F., Aktop, A., Nalbant, S., Ağlamış, E., & Hutzler, Y. S. W. A. I. (2012). Effects of a Special Olympics Unified Sports soccer program on psycho-social attributes of youth with and without intellectual disability. Research in developmental disabilities, 33(1), 229-239

Siperstein, N. G., & Hardman, L. M. (2001). National evaluation of the Special Olympics Unified Sports Program, Appendix B. Athlete Questionnaire, Family Member Questionnaire, Partner Questionnaire, Coaches Questionnaire, Final Report, December

Winnick, J. P. (2000). Adapted physical education and sport. Champaign, IL: Human Kinetics.

Giulia Chiappori Giulia Chiappori

Psicologa Clinica, iscritta all'Albo Psicologi della Regione Liguria. Psicoterapeuta in formazione. Lavora come insegnante e tutor.

I suoi articoli...
Sara Canesi Sara Canesi

Psicologa dello Sviluppo e dell'Apprendimento. Iscrizione Albo Psicologi Regione Liguria.

I suoi articoli...
Fatou Niang Fatou Niang

Fatou è un'illustratrice e designer appassionata d'arte. Lei ama realizzare grafiche e disegni sia con le tecniche tradizionali che con gli strumenti digitali

Le sue illustrazioni...
Scrivi un Commento
I commenti saranno soggetti a moderazione. I contenuti inappropriati, offensivi e violenti saranno rimossi.