L'Arte di Amare: dare o ricevere?

L'Arte di Amare: dare o ricevere?

Nel 1956 Erich Fromm pubblicò una delle opere più significative del Ventesimo Secolo, L’Arte di Amare, definendo l’Amore come un sentimento attivo volto alla conquista, il cui principale scopo è quello di dare all’altro e non ricevere. Ma amare l’altro significa sacrificare una parte di sé per il bene dell’altro oppure si tratta di uno scambio reciproco, quindi è sia un dare che ricevere?

Per Fromm l’Amore è un’arte che richiede un impegno continuo, una crescita e una maturità per poterlo vivere pienamente, liberi quindi da turbamenti passati e aspettative future. Per lo psicanalista tedesco solamente superando il proprio egoismo e imparando a donarsi all’altro in modo genuino e spontaneo è possibile raggiungere un equilibrio e un benessere con sé stessi e con chi ci circonda. Dal punto di vista sociale, infatti, l’Amore diventa una sorta di antidoto in una comunità consumista; permette alle persone di vivere secondo una prospettiva armonica di convivenza sociale. Anteporre il bene dell’altro prima di noi stessi non significa però, per l’autore, cedere una parte di sé.

Nel contesto scientifico e psicologico, si distingue generalmente tra Amore Romantico, caratterizzato da una componente emotiva, affettiva e sessuale, e Amore Materno, caratterizzato da una componente altruistica che contraddistingue generalmente il rapporto di cura e affetto verso la prole (Zeki, 2007); questi sono strettamente legati alla funzione biologica e quindi a una componente evolutiva fondamentale, che riguarda la continuazione della specie. Recentemente la ricerca ha permesso di poter comparare gli stati mentali soggettivi con l’attivazione di specifiche aree cerebrali, grazie alle tecniche di neuroimaging, ovvero di visualizzazione cerebrale, permettendo di comprendere molti segreti su struttura e funzione del cervello.

In particolare, Helen Fisher (2004) ha analizzato le immagini neuronali di alcuni innamorati per conoscere le aree del cervello che si attivano quando una persona pensa al suo partner. I soggetti dello studio visionavano due foto: una ritraeva il partner, l'altra un qualsiasi conoscente. Alla visione dell’amato, lo scanner registrava un aumento dell’attività neuronale in una specifica area del cervello, quella del nucleo caudato. Questa regione alla base dell’encefalo è legata al sistema di ricompensa: la dopamina, infatti, rilasciata dall’attivazione di questa area, permette non solo di percepire una ricompensa come tale, ma anche di discriminare tra diverse tipologie a noi presentate (Fisher, 1994). L’antropologa americana ha inoltre osservato l’attivazione di una seconda area, quella compresa tra le aree del setto e l’area tegmentale ventrale, anche queste associate ai sistemi di ricompensa e al rilascio di dopamina e norepinefrina in tutto il cervello (Fisher, 2004). La visione che emerge da questo studio è quindi quello dell’Amore come un potente sistema di motivazione, come una sorta di ottenimento di una specifica ricompensa da parte della persona amata.

Questa è una concettualizzazione ovviamente molto scientifica dell’Amore che sembra quasi cancellare la connotazione romantica della visione comune di questo sentimento; in realtà è in qualche modo legata al concetto di Amore di Fromm: in questo caso, infatti, dare significa rendere sé stessi e il proprio partner parte di un complesso sistema di scambio (Fromm, 1956). L’Amore diventa quindi una forza motrice che si autoalimenta e produce essa stessa Amore. Per costruire una relazione bisogna dedicarsi ad essa, spinti da un sentimento di condivisione, poiché:

“Dare è la più alta espressione di potenza. Nello stesso atto di dare, io provo la mia forza, la mia ricchezza, il mio potere. Questa sensazione di vitalità e di potenza mi riempie di gioia. Mi sento traboccante di vita e di felicità. Dare dà più gioia che ricevere, non perché è privazione, ma perché in quell'atto mi sento vivo” (Fromm, 1956).

 


Bibliografia

Fisher, H. (1994). Anatomy of Love: A Natural History of Mating, Marriage, and Why WeStray. New York, NY: W. W. Norton & Company.

Fisher, H. (2004). Why We Love: The Nature and Chemistry of Romantic Love. New York, NY: Henry Holt and Company Fisher.

Fromm, E. (1956). L’arte di amare. Milano, IT: Mondadori.

Zeki, S. (2007). The neurobiology of love. FEBS Letters, 581, 2575 – 9.

Chiara Rotunno Chiara Rotunno

Psicologa, iscritta all'Ordine degli Psicologi della Campania. Ama cogliere la complessità dell'essere umano e confrontarsi con realtà diverse. Le sue grandi passioni sono: i libri, la fotografia, il cinema, l'arte e la musica.

I suoi articoli...
Angela Gubitosa Angela Gubitosa

Insegnante di Arte e Immagine. Ha studiato graphic design presso l'Accademia di Belle Arti di Catania. Amante della musica e del canto, vanta il ruolo di front woman in una band.

Le sue illustrazioni...
Scrivi un Commento
I commenti saranno soggetti a moderazione. I contenuti inappropriati, offensivi e violenti saranno rimossi.