Maternità e droghe: come interviene il nostro cervello?

Maternità e droghe: come interviene il nostro cervello?

La consumazione di sostanze stupefacenti è un problema che interessa buona parte della popolazione, non risparmiando spesso nemmeno le donne incinte, le mamme e le neomamme.
In particolare il consumo di droghe da parte delle madri può comportare problematiche e conseguenze negative non solo per le dirette interessate, ma anche per i figli di cui si prendono cura.


Diversi studi hanno dimostrato che la scelta di consumare droga può essere considerata come una vera e propria presa di decisione e che quindi presuppone l’attivazione nel cervello dell’area che si occupa delle scelte decisionali, la corteccia prefrontale (Walton, Bannerman, Alterescu & Rushworth, 2003; Euston, Gruber & McNaughton, 2012). 
Ma cosa accade nel cervello delle neomamme che fanno uso di sostanze quando sono poste davanti all’alternativa di scegliere tra le droghe e la cura dei propri piccoli? 
Per rispondere a questa domanda sugli esseri umani, può venirci in aiuto uno studio condotto sui ratti.


Mariana Pereira e Joan I. Morrell (2020) hanno, infatti, condotto uno studio per valutare tra le altre cose, cosa avviene a livello cerebrale nelle neomamme che fanno uso di droga e comprendere cosa influenza la motivazione a scegliere la droga piuttosto che il benessere dei figli. Per fare ciò essi hanno somministrato sostanze stupefacenti a dei ratti gravide. Successivamente al parto, essi, tramite l’iniezione di una sostanza anestetizzante hanno poi volontariamente inattivato alcune aree del loro cervello per comprendere quali aree cerebrali fossero coinvolte in questa presa di decisione: droga vs cura dei figli. 
Quali furono i risultati? È stato osservato che l’inattivazione di una determinata area del cervello, la corteccia infralimbica, influisce sul comportamento postpartum, modificandone l’aspetto materno e portando i ratti a preferire la droga piuttosto che i piccoli (i ratti cioè non si preoccupavano di prendersi cura di sè e della prole, di nutrirla, di pulire l’ambiente o di esplorare).  Al contrario, l’inattivazione della corteccia prelimbica sposta l’attenzione sul comportamento materno anziché sulla droga e i ratti mettevano in atto tutti i comportamenti di cura e accudimento della prole. 
Si è quindi arrivati alla conclusione che queste due aree cerebrali sono fondamentali nell’influenzare i processi motivazionali e decisionali del comportamento delle neomamme.


Tali risultati possono essere utili per riuscire a trovare nuovi farmaci per la cura dalle dipendenze da sostanze stupefacenti. Inoltre, conoscendo le aree del cervello che vengono coinvolte nella presa di decisione e che influenzano il comportamento di cura materno si può cercare di intervenire per fare in modo di favorire l’accudimento e il benessere dei bambini. 


A mio parere studi come questo sono fondamentali per il miglioramento della vita e della società in cui viviamo, soprattutto quando si tratta di problemi così gravi e, purtroppo, frequenti. Un altro modo potrebbe essere la prevenzione, l’informazione, su questo argomento per evitare che le donne possano cadere in questo tipo di dipendenze, perché ricordiamo che le cure della mamma per un figlio sono fondamentali.

 



Bibliografia

Euston, D. R., Gruber, A. J., & McNaughton, B. L. (2012). The role of medial prefrontal cortex in memory and decision making. Neuron, 76(6), 1057-1070. 

Pereira M. & Morrell I. J. (2020). Infralimbic cortex biases preference decision making for offspringover competing cocaine associated stimuli in new mother rats. Cognition and Behavior, 7 (4)

Walton, M. E., Bannerman, D. M., Alterescu, K., & Rushworth, M. F. (2003). Functional specialization within medial frontal cortex of the anterior cingulate for evaluating effort-related decisions. Journal of Neuroscience, 23(16), 6475-6479.

 

 

 

Susanna Bio Susanna Bio

È una studentessa alla triennale in Psicologia. Ha quasi vent'anni ed è siciliana. Ha un suo blog su Instagram.

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ElenaBor ElenaBor

Siciliana di nascita e un po' vagabonda per scelta. Architetto per formazione e creativa per passione. Oggi si occupa soprattutto di design grafico e illustrazione.

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