Mentire, che fatica! Psicopatia e costi cognitivi delle bugie

Mentire, che fatica! Psicopatia e costi cognitivi delle bugie

La genericità della definizione di psicopatia, termine di frequente usato per descrivere qualsiasi anomalia della personalità capace di creare sofferenza o disturbo all’individuo o alla società, rispecchia l’indeterminatezza che ne permea il concetto.

La psicopatia scomparve dai manuali diagnostici negli anni ’80, quando il DSM-III la sostituì in favore del disturbo antisociale di personalità (American Psychiatric Association, 1980). Di fatto, però, il termine psicopatia continuò ad essere utilizzato nel linguaggio comune e clinico, anche come sinonimo del disturbo antisociale stesso. Tuttavia, le due etichette, pur essendo parzialmente sovrapponibili, esprimono sfumature diverse: il disturbo antisociale si riferisce soprattutto al comportamento del soggetto, guidato dall’impulso, privo di particolare pianificazione e indifferente alle conseguenze delle sue azioni; la psicopatia, invece, è caratterizzata da criteri diagnostici più severi e si concentra maggiormente sulla dimensione affettiva e interpersonale di chi ne è affetto. Per questo, nel DSM5, il termine è stato parzialmente reintrodotto come specificatore, per consentire la diagnosi di disturbo antisociale “con tratti psicopatici”. Ciò permette di sottolineare la gravità della situazione e di porre l’accento su quella costellazione di caratteristiche emotive, comportamentali e interpersonali di cui fanno parte marcato egocentrismo, irresponsabilità, assenza di empatia, di senso di colpa o rimorso, tendenza ad esperire emozioni superficiali, alla manipolazione e alla menzogna patologica e compulsiva (American Psychiatric Association, 2013; Hare, 1991).

Proprio quest’ultima caratteristica è stata oggetto della ricerca di Verschuere & In’T Hout (2016), volta ad indagare la natura compulsiva delle menzogne nei criminali psicopatici e la loro facilità nel mentire. In particolare, gli autori si chiedevano se la teoria cognitiva, secondo cui mentire richiede uno sforzo mentale aggiuntivo in termini di errori e di tempo rispetto al dire la verità (Verschuere, Suchotzki, & Debey, 2015), fosse applicabile anche ai criminali con tratti psicopatici. Come soggetti dello studio sono stati individuati 52 autori di reati violenti con presenza di tratti psicopatici valutati tramite il test Youth Psychopathic Traits Inventory (YPI – Andershed, Kerr, Stattin & Levander, 2002). Ai soggetti venivano presentate delle domande che prevedevano una risposta dicotomica (Sì/No) e che erano precedute da una rapida indicazione visiva su come rispondere: dicendo la verità, mentendo o potendo scegliere in autonomia. I partecipanti venivano informati del fatto che alle risposte lente ed erronee era associata una perdita monetaria – es., rispondere “No” a una domanda in cui veniva chiesto di dire la verità e che presupponeva la risposta “Sì”. In questo modo, gli autori hanno ipotizzato che un’elevata frequenza di menzogne, nonostante le probabili conseguenze negative, sarebbe stata un buon indice di menzogna compulsiva.

I risultati hanno messo in evidenza come tutti i soggetti, quando mentivano, risultavano più lenti e tendenti all’errore rispetto a quando dicevano la verità – escludendo una robusta associazione tra psicopatia e facilità nel mentire, almeno dal punto di vista dei carichi cognitivi. Non solo, la maggior parte di loro preferiva dire la verità piuttosto che mentire e andare incontro alle conseguenze negative previste. Al contempo, un gruppo si discostava da questi risultati: i criminali che avevano ottenuto alti punteggi nella scala che misurava le caratteristiche di grandiosità e manipolazione nel test YPI sceglievano di mentire, nonostante le conseguenze negative, tre volte tanto rispetto a quelli che avevano ottenuto bassi livelli nella stessa scala.

Da un punto di vista squisitamente applicativo, la dimostrazione che il costo cognitivo della menzogna non differisce tra persone con tratti psicopatici e non, suggerisce che la psicopatia non dovrebbe costituire una grave minaccia per i sistemi computerizzati adibiti al rilevamento della menzogna. Tali sistemi, infatti, si basano proprio sui costi cognitivi delle risposte. Al tempo stesso, è bene tenere in considerazione che questa scoperta sia frutto di un paradigma di laboratorio e che, per acquisire maggiore forza empirica, dovrebbe essere seguita da ricerche che implichino anche la valutazione dell’influenza dell’interazione sociale.

 


Bibliografia

American Psychiatric Association, Committee on Nomenclature and Statistics (1980). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Third Edition. Washington, DC: American Psychiatric Association.

American Psychiatric Association (2013). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders: DSM-5, 5th ed. Arlington, VA: American Psychiatric Association.

Andershed, H., Kerr, M., Stattin, H., & Levander, S. (2002). Psychopathic traits in non-referred youths: Initial test of a new assessment tool. In E. Blaauw, e L. Sheridan (a cura di), Psychopaths: Current international perspectives (pp.131–158). The Hague: Elsevier.

Hare, R.D. (1991). The Hare Psychopathy Checklist. Revised. Multi-Health System. Toronto.

Verschuere, B., & In’T Hout, W. (2016). Psychopathic Traits and Their Relationship with the Cognitive Costs and Compulsive Nature of Lying in Offenders. PloS one, 11(7), e0158595.

Verschuere, B., Suchotzki, K., & Debey, E. (2015). Detecting deception through reaction times. In P. A. Granhag, A. Vrij, e B. Verschuere (a cura di), Detecting deception: Current challenges and cognitive approaches (pp. 269–291). Wiley-Blackwell.

Sara Santuari Sara Santuari

Psicologa e psicoterapeuta in formazione. Attraverso il suo lavoro di divulgazione vorrebbe aumentare la consapevolezza sui temi della salute mentale e contrastare lo stigma che li riguarda, una parola alla volta.

I suoi articoli...
Angela Muscolino Angela Muscolino

Angela Muscolino vive a Castelsaraceno, un piccolo borgo lucano. Sin da piccola sviluppa un forte interesse verso le arti figurative che con passione e dedizione approfondirà negli anni. Oggi svolge la professione di grafico/illustratore.

Le sue illustrazioni...
Scrivi un Commento
I commenti saranno soggetti a moderazione. I contenuti inappropriati, offensivi e violenti saranno rimossi.