Il Blog di Glia

Neuroscienze | 08/12/2021 Perché le poesie ci emozionano? Omaggio a Dante Alighieri!

“Nel mezzo del cammin di nostra vita…”
Scommetto che chi ha continuato a recitare (anche a mente) i versi successivi a quello da me riportato, abbia provato una commistione di soddisfazione e piacevolezza. Cito Dante Alighieri perché il 2021 è il suo anno; dunque, colgo l’occasione per omaggiare il grande poeta italiano, che a 700 anni dalla sua morte riesce ancora a far emozionare. Quale omaggio migliore, quindi, se non fornire ai lettori l’opportunità di conoscere la neuroestetica della poesia?

Psicopatologia | 06/12/2021 Disturbo ossessivo compulsivo: le caratteristiche nel genere femminile

Il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) è una condizione caratterizzata dalla presenza di ossessioni – cioè di pensieri, immagini o impulsi intrusivi, indesiderati e ricorrenti – e da compulsioni – cioè sforzi comportamentali messi in atto per tentare di risolvere l’ansia suscitata dalle ossessioni. Il DOC può iniziare a manifestarsi fin dall’infanzia quando, secondo diversi studi, la prevalenza è maggiore nei soggetti di genere maschile. Le evidenze riguardanti l’età adulta risultano invece più contrastanti: mentre un numero significativo di studi ha dimostrato una distribuzione di genere costante nella popolazione, diversi autori sostengono una maggiore prevalenza di DOC nelle persone adulte di genere femminile…

Psicologia nell'arte | 05/12/2021 Madame Bovary e la fuga dalla realtà

Madame Bovary è il grande romanzo di Gustave Flaubert, pubblicato a puntate per la prima volta sul giornale La Revue de Paris nel 1856. La storia ruota attorno alla figura di Emma, una ragazza di campagna, che sposa l’ufficiale Charles Bovary, ma ben presto il matrimonio delude le aspettative della giovane inducendola verso una spirale autodistruttiva: prima l’adulterio, poi lo sperpero dei propri beni e infine il suicidio…

Etologia | 24/11/2021 Esiste un modo per vivere più a lungo?

Chi non vorrebbe trovare la pozione magica per poter vivere più a lungo e in salute? Purtroppo, almeno al momento risulta essere irreale, ma la scienza e gli psicologi hanno condotto alcuni studi che ci dimostrano che lo stile di vita dell’individuo, l’ambiente sociale in cui vive, il supporto e lo status sociale, influiscono notevolmente sulla longevità e sul benessere psichico e fisico…

Psicosessuologia | 22/11/2021 Endometriosi: dare voce al dolore

Il dolore è il risultato di una percezione tanto soggettiva, per la quale ognuno di noi possiede una soglia di sopportazione diversa, che spesso risulta complicato comunicare agli altri e renderli consapevoli della portata che ha per noi stessi. Inoltre, esprimere a parole il dolore – fisico o psicologico che sia – in una società in cui a dominare è la lotta al più forte e resistente, spesso comporta il rischio di farci sentire e apparire deboli, come spesso accade nei contesti lavorativi o anche nelle relazioni, compromettendo la nostra qualità di vita. È questo uno dei motivi per cui, ad esempio, le donne non parlano spesso dei dolori mestruali, anche se invalidanti e vissuti periodicamente. Il rischio è di sottovalutare eventuali problematiche sottostanti, come ad esempio l’endometriosi – malattia per la quale è, infatti, registrato un ritardo diagnostico medio di 7 anni...

Psicologia Sociale | 14/11/2021 Affamati di likes: i social media come una “Skinner box”

Cosa hanno in comune l’uomo e il topolino della “Skinner Box”? Per rispondere a questa domanda, è bene chiarire di cosa stiamo parlando e quali sono i presupposti teorici.
La “Skinner Box” è uno degli strumenti sperimentali più famosi del Novecento. Ideata da Skinner B.F. negli anni Trenta, essa consiste in una gabbia in cui una cavia, che ha la possibilità di muoversi liberamente all’interno di essa, viene condizionata, ossia influenzata, a toccare più volte una leva per ottenere del cibo in associazione con tale gesto e a smettere di premerla se riceve una scossa elettrica. Padre del paradigma del “condizionamento operante”, Skinner sosteneva che un comportamento tende ad essere appreso e riproposto nel tempo, se le conseguenze alla nostra azione sono positive per il soggetto, mentre tende ad estinguersi se le conseguenze ad essa sono negative...

Psicopatologia | 10/11/2021 Come l’idroterapia può intervenire nei soggetti con sindrome di Rett

Esistono nel mondo molte e diverse malattie genetiche che affliggono bambini segnando per sempre il loro futuro. Una di queste è proprio la sindrome di Rett, che ha un’incidenza tra le ragazze di 12 anni di 1 su 9.000; nella popolazione generale la stima si abbassa a 1 soggetto su 30.000. Si tratta di una malattia neurologica caratterizzata da una pervasiva disabilità dello sviluppo a seguito di una prima infanzia apparentemente normale. Colpisce prevalentemente soggetti di sesso femminile, e nella maggior parte dei casi sembrerebbe causata dalla mutazione del gene MECP2 (methyl CpG-binding protein 2), localizzato sul cromosoma X. La patologia si manifesta solitamente dopo i primi 6-18 mesi di vita con la perdita della motricità, delle capacità manuali e dell’interesse alle interazioni sociali…

Psicopatologia | 07/11/2021 Egoismo sano e altruismo patologico: un paradosso?

Nel lontano 1939, lo psicologo Erich Fromm criticava la cultura moderna, colpevole di essere pervasa dal taboo dell’egoismo e di insegnare alle persone che essere egoisti fosse un peccato, mentre amare gli altri una virtù. Secondo Fromm, questo taboo aveva il potere di impedire alle persone di sentire e dimostrare verso sé stessi un autentico e sano amore, da lui descritto come un’affermazione appassionata e rispettosa per la propria felicità, crescita e libertà.
Oggi, questa considerazione risulta ancora attuale e riflette l’abitudine della società a considerare l’egoismo come una caratteristica umana indesiderabile e persino immorale e l’altruismo come un tratto universalmente desiderabile e virtuoso. Ma se i confini di questi due costrutti fossero in realtà più sfumati? È possibile che non tutto l’egoismo sia necessariamente nocivo e non tutto l’altruismo sia necessariamente sano?

Neuroscienze | 04/11/2021 Risvegliarsi con un accento straniero: L’Acquired Neurogenic Foreign Accent Syndrome

Il paziente si risvegliò dopo l’ictus cerebrale che lo aveva colpito e incominciò a parlare con un accento straniero. Sembrerebbe la trama di un film, ma si tratta invece della storia dei pazienti con Acquired Neurogenic Foreign Accent Syndrom (ANFAS). L’ANFAS è un raro disturbo motorio del discorso che si verifica a seguito di un danno cerebrale, in cui i pazienti iniziano a parlare con un nuovo accento che ricorda un accento “straniero”…

Neuroscienze | 31/10/2021 Vuoi smettere di fumare? Cosa dicono le neuroscienze al riguardo

Perché è così difficile smettere di fumare? Quanti fumatori ci provano, ma poi ricadono nella trappola del tabagismo? Nonostante la consapevolezza di quanto il fumo sia nocivo, molti non riescono a buttare definitivamente la sigaretta. I fumatori quando accendono la sigaretta mettono in pratica un comportamento iper-appreso, ovvero un’azione che in seguito a diverse esposizioni alla nicotina si automatizza e viene eseguita inconsapevolmente. L’automaticità di questo comportamento predice la possibilità di ricaduta dei fumatori, per questo è importante capire cosa possa elicitarlo…

Psicologia nell'arte | 27/10/2021 Bohemian Rhapsody: l’importanza di lasciarsi andare

Tutti noi almeno una volta nella vita ci siamo trovati a cantare, consapevolmente o meno, Bohemian Rhapsody, famosissima canzone dei Queen. Nonostante inizialmente venne ritenuta troppo lunga per essere passato in radio – dura più di 6 minuti – due anni dopo la sua pubblicazione, nel 1977, fu nominata come “miglior singolo degli ultimi 25 anni”. Questo brano, rappresenta, infatti, un'innovazione nel panorama musicale in quanto fu il primo a fondere diversi stili in un’unica canzone…

Psicopatologia | 26/10/2021 Quando il mondo dello sport incontra la disabilità

Secondo il DSM 5 la disabilità intellettiva (DI) è un disturbo con esordio nel periodo dello sviluppo che comprende deficit del funzionamento sia intellettivo che adattivo negli ambiti concettuali, sociali e pratici. Il deficit del funzionamento adattivo porta ad un mancato raggiungimento degli standard di sviluppo e socioculturali di autonomia e responsabilità sociale. Esistono, però, dei programmi che sono volti a favorire l’acquisizione di risorse e strategie che promuovono lo sviluppo, l'educazione, gli interessi e il benessere personale della persona, migliorando, quindi, in generale il funzionamento individuale...